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sabato 3 ottobre 2015

Abbraccio








Abbraccio

Tutte le mie poesie su di te
rimangono incompiute.
Brandelli di parole,
frammenti di luce
che non riescono a trovare
l’articolazione giusta.
Vorrebbero riempirsi
dei colori dell’arcobaleno,
scivolare lievi come una dolce melodia,
assorbire il profumo del cedro e del gelsomino
arrivarti in sogno come un dolce presagio.
Sono a corto di parole,
le emozioni sopravanzano il dicibile,
sono ferma alla parola... Sai...
Ma cosa devi sapere che già non sai...
Anche stasera
appallottolo il foglio
e distendo i miei pensieri.
Il soffitto
è un cielo azzurro,
le pareti un  prato verde,
tu sei qui
e nulla al mondo conta.
lf

sabato 17 gennaio 2015

Al mercato dei sogni



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Lo sconosciuto
mi ha rubato
al mercato dei sogni
e mi ha portato
lontano
sul suo cavallo alato.
Ha raccolto le stelle
per farne un diadema,
i raggi del sole per
regalarmi  il sorriso,
il chiarore lunare
per rinchiuderci dentro
…e splendere insieme.

sabato 15 ottobre 2011

Sogno?






Pensavo e ripensavo a quel che avevo visto. Non volevo crederci ma la realtà era sotto i miei occhi. Cecilia e Paolo, insieme, seduti a un tavolino di un bar, nascosti alla vista  da una lunga siepe di corniolo, mani intrecciate, parlavano e ridevano, a me sembrava, addirittura, di sentirli.
“Serena…. chissà se ha intuito qualcosa, come la prenderà”…mentre gli occhi mi bruciavano per le lacrime che stentavano a uscire. 
Camminavo senza riuscire a liberarmi dal pensiero di loro due, insieme….così..senza una ragione.
Camminavo,  anzi  vagavo a vuoto da ormai troppo tempo in compagnia di quell’oppressione. 
 Finalmente a casa mi gettai sul letto e chiusi gli occhi. Immagini inimmaginabili si sovrapponevano a quelle felici, sicurezze  ormai vacillanti, misere bolle di sapone.
Non so quanto rimasi sospesa tra sonno e veglia. Sentivo freddo ma erano i brividi della mia anima squassata che si ripercuotevano sul corpo afflosciato, spento.
Farfugliai a stento qualche parola incomprensibile, fino a quando un grido strozzato risuonò nella stanza.
Nella penombra una figura si muoveva lenta, si avvicinò,  mi prese le mani, mi scosse e capii che si era trattato di un sogno, nient’altro che un terribile sogno!